sabato 28 marzo 2015

Una DueRocche vista dai miei occhi.

Strane le coincidenze della vita.
Un'insieme di episodi che messi tutti insieme costituiscono la nostra storia. Erano gli anni intorno al 2004 e il destino mi portò a conoscere una delle zone più affascinanti e storiche della nostra Italia. Asolo, Cornuda e il Monte Grappa. Ci passai qualche anno, macinai qualche migliaio di km su quelle tratte e ammirai più di qualche volta l'orizzonte da San Giorgio dopo aver suonato la campana posta in vetta. A quei tempi l'ultra era una chimera e ci si "accontentava" di correre la DueRocche in versione 21 km. Già a quei tempi (... e anche prima) era un must della corsa del nord-est e un podista doveva obbligatoriamente avere nel suo palmarest questa manifestazione. Il percorso, con partenza e arrivo da Cornuda (Tv), si snodava interamente nel sottobosco dei Colli Asolani con risalita finale alla Rocca del paese trevigiano. In quegli anni la Rocca di Asolo non veniva interessata dal passaggio delle migliaia di partecipanti e dentro di me sentivo che questo stupendo appuntamento era come un'opera d'arte incompiuta. Gli anni passarono e la vita fece il suo corso finché un bel giorno vidi una nuova proposta per gli amanti delle lunghe corse in natura; DueRocche Trail 48 km. A distanza di tempo era ora di ritornare a calpestare quei sentieri che nel bene e nel male, come tutte le esperienze della vita, mi hanno aiutato a crescere nel corpo e nella mente guardando con occhi diversi il futuro senza dimenticare il passato.
Una voce roca prestata al vento echeggiava come una sorta di richiamo di belle bestie da corsa.

Era il 2014 e per la Due Rocche era nuova vita.

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