martedì 17 marzo 2015

Non a caso si chiama "mezza" ...

Ho sempre pensato che la mezza maratona sia una distanza che non accontenta nessuno. Troppo lunga per i velocisti, troppo corta per i fondisti. Allo stesso tempo, se corsa con i giusti ritmi, utile per tutti. I top runner la preparano in un mese, con 150 km a settimana e dopo l'arrivo raccolgono tempi intorno a 1h06'. Noi invece non la prepariamo affatto, a volte facciamo pure il trasferimento a piedi da casa alla partenza così da aggiungere una decina di km ai 21,097 di gara. Al colpo di pistola partiamo "a tutta" e al 10^ km abbiamo già le gambe in croce. L'acido lattico conquista ogni cm delle nostre fibre ma non molliamo. Inesorabilmente lasciamo per strada i secondi guadagnati con una partenza azzardata ma guardiamo avanti e pensiamo a quelli ultimi passi che ci dividono dal traguardo. Ultimi 97 metri e qualcuno della compagnia accende la miccia in una volata a ranghi compatti. Spariamo i nostri ultimi colpi pur sapendo di aver già il moschetto scarico già da qualche migliaio di metri. Dopo il traguardo raccogliamo quel che resta ma il risultato poco importa. 
Come insegnava il grande e indimenticabile Vito Favero, nello sport come nella vita, "se hai fatto il massimo e dato tutto, basta, hai fatto il tuo dovere"

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